Cärpe
frasiun, ecs cumün
 
Cärpe – Veduta
A gh'ò da fäne de ätre
Localizaçión
Stâto  Itàlia
Región  Liguria
Provìnsa  Savuna
Comùn  Tuiran
Aministraçión
Dæta de sopresción1869
Teritöio
Altitùdine408 m s.l.m.
Abitanti98 (2011)
SottodivisioniA Ruggia, Cà de Rocche, Cà di Barletti, Cà di Cuxi, Cà Scüre, E Cantine, Gexa
Âtre informaçioìn
CAP17055
Fûzo oràrioUTC+1
Nomme abitantiCarpori[N 1],
De Cärpe
Sànto patrónSan Benärdu
Giórno festîvo20 de agustu

Cärpe (prununsiau ['kɐrpe][N 2] foscia, Carpe in senese[1] e in italian, prununsiau ['karpe], Calpe in latin) u l'è in paise picin de l'entrutera ligüre de punente scituau inta parte ciü äta da valà da scciumaira Varatella, in se rive da Punta Alsabecchi, ch'u gh'à ina pupulasiun de 98 abitanti[2].

D'ancöi Cärpe u l'è l'ünica frasiun du cumün de Tuiran[N 3] ma, fina au 1869, u l'à facciu cumün pe cuntu sò[4]. Aa fin, doppu di agni intu cumün de Barestin, du 1905 u paise u l'è pasau sutt'a quellu de Tuiran[5].

Geugrafia

modìfica

Carpe sorge in una posizione panoramica su di una delle falde meridionali della Punta Alzabecchi (che raggiunge i 784 m), delimitata a ponente dal Rio Nascio e a levante da un rivo più piccolo conosciuto, dal nome della regione che attraversa, come Rian da Vigna. Entrambi questi rii sfoceranno poi nel Rio di Carpe il quale, insieme al Rio della Valle, forma il torrente Varatella, che si andrà poi gettare nel Mar Ligure nel territorio del comune di Borghetto dopo aver ricevuto, nei pressi del borgo di Toirano, le acque del Rio Barescione. Gli altri corsi d'acqua che attraversano il territorio della frazione sono il Rio Pilette, che sgorga nei pressi dello spartiacque con la vallata di Balestrino, ed il Rio Lavagin, il quale dà il nome all'omonima località e nasce nei pressi della località "Giro di Loano", al confine col comune di Castelvecchio di Rocca Barbena; è alla confluenza di questi due torrenti nasce il Rio di Carpe. Ultimo importante rio che scorre nel territorio della frazione è il già menzionato Rio della Valle, il quale raccoglie le acque dell'omonimo vallone (da affluenti quali il Rio della Servaria e l'Acqua Randa) e si getta nel Rio di Carpe nella zona detta del "Salto del Lupo", formando alla confluenza il torrente Varatella.

Il paese è affacciato su di un vasto vallone, detto Vallone di Carpe, originato dall'omonimo torrente, impervio e con diffusi fenomeni di carsismo (i quali, più a valle, hanno dato origine alle celebri Grotte di Toirano). L'altro versante della Punta Alzabecchi, confinante col fianco meridionale del massiccio del Monte Carmo-Ravinet, dà origine al cosiddetto Vallone della Valle, attraversato dall'omonimo torrente.

Cima più elevata nel territorio della frazione è il Monte Subanco (983 m), il quale si erge più a nord dell'abitato, sul confine col comune di Bardineto. Oltre alla sopra citata Punta Alzabecchi, l'unica altra cima interamente ricompresa nel territorio di Carpe è la Rocca Berleurio (844 m), propaggine meridionale del massiccio del Monte Carmo caratterizzata da un aspetto roccioso e privo di vegetazione.

Al confine con Bardineto si trova anche l'importante valico del Giogo di Toirano (801 m) il quale, attraverso la SP 60, mette in comunicazione i paesi del golfo loanese con l'alta Val Bormida. Nei pressi dell'omonimo monte si trova infine la cosiddetta Sella Alzabecchi (701 m), attraversata anch'essa dalla strada provinciale.

E grotte

modìfica

Tra le varie cavità naturali, più o meno accessibili, presenti nelle vicinanze del paese, sul versante meridionale del Vallone di Carpe e risalendo dalla località Salto del Lupo, vi sono il Riparo e la Tana degli Spettari, la Tana della Taragnina, quelle in località Cava Rossa, la Grotta di Giacinto ed il particolare inghiottitoio del Rio Mezzane. Sul versante settentrionale, lungo la riva sinistra del Rio di Carpe, troviamo, nello stesso ordine, il gruppo formato dalla Tana du Gaiardu, quella di Surià ed altre cavità minori senza nome, la Grotta delle Scaffe, due grotte senza nome nei pressi del Rio di Carpe e la Grotta dell'Acqua Ferma. A monte dell'abitato vi sono, da ponente verso levante, la Tana do Bruxiou, il Buranco di Carpe, la Tana Prima sopra Carpe e le due Tane ad Ovest degli Alzabecchi. Nell'intorno della località Lavagin si trovano invece le due grotte di Pertiasso, la Tana della Vipera e la Grotticella del Barral.

L'attività carsica, nonostante resti comunque rilevante nel Vallone di Carpe, diventa ancora più spettacolare nel Vallone della Valle, dove per dimensioni e numero si concentrano tra le maggiori grotte della zona. Nel versante sulla riva destra del Rio della Valle, risalendo dal Salto del Lupo verso il Giogo di Toirano, si trovano nell'ordine la grotta Superiore della Lubea, quella del Gatto Nero, e l'Arma da Spelunca, segue poi un gruppo di sei grotte senza nome. Proseguendo verso monte si trovano la Tana dei Peccatori, la Tana degli Dei, le tre grotte alla confluenza tra il Rio della Valle e il Rio Acquaranda, il Buranco Spallaccia, quattro grotte senza nome, la Tana Bisciaea e la Grotta degli Alzabecchi (la più estesa in assoluto, essendone stati esplorati circa 400 m), il cosiddetto "Buco del Binocolo", la Tana del Profumo d'Arrosto, la Tana delle Volte, la Tana dell'Arma Mora, il Buranchetto di Prato Fanché, il Pozzo dei Vaccarini ed il Buco del 1° Maggio, nei pressi del Giogo.

«Carpe carporum (in saecula saeculorum)
ti m'ai mandau da beve inte ina coppa de legnu,
mäi ciü a ghe turnu, mäi ciü a ghe vegnu!»

(Filippo Allegro?, Vescu d'Arbenga, primma du 1912)

Urigine du numme

modìfica

Il toponimo Carpe è assai probabile che derivi dal nome, nella parlata locale, della pianta del carpino, del tutto equivalente a quello del paese. Infatti il carpino, nella varietà del Carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) è l'albero più comune nei terreni circostanti al paese, e lo era in misura ancora maggiore sino a qualche decennio fa. Era uno degli alberi, insieme al castagno, più importanti dal punto di vista economico, dato che da questo si ricavava tutto il legname necessario per soddisfare i bisogni del paese.

Medievu e etae muderna

modìfica

L'origine del piccolo borgo di Carpe é del tutto sconosciuta, mancando documenti e studi a riguardo, a ogni modo può esser fatta risalire con certezza per lo meno a prima del XV secolo. Data importantissima nella storia locale fu il 4 di settembre del 1458, nel quale, con la "Consecratio Sti Bernardi" citata in un antico messale, venne consacrata la prima chiesa del paese (non chiaro se si tratti dell'attuale oratorio oppure dell'attuale cappella cimiteriale, in parte coincidono entrambi con la descrizione fatta, o ancora di un edificio che si è perso) sebbene è probabile che si trattasse di una costruzione ancora più antica, realizzata dai primi abitanti del luogo. In data 5 di febbraio del 1493 viene poi citata una prima ristrutturazione dell'edificio.

Altro momento importante per il paese fu il 1545, data nella quale il Marchesato di Balestrino, fondato dalla famiglia Bava ma poi pervenuto ad un ramo dei Del Carretto, venne unito al vicino Marchesato di Zuccarello, anch'esso dei Del Carretto. Difatti negli anni di tale unione viene menzionato l'abitato, sottoposto all'autorità dei marchesi balestrinesi.

Il progressivo aumento della popolazione rese però necessaria l'erezione di una nuova struttura, il che sarà fatto in una posizione più centrale rispetto al paese per comodità dei parrocchiani. Ciò ha dunque portato all'erezione dell'attuale parrocchiale, dedicata inizialmente a San Sebastiano Martire. Altra data rilevante nelle storia locale fu difatti il 30 maggio del 1609, giorno in cui con atto del vescovo di Albenga Luca Fieschi venne separata dalla chiesa matrice di San Giorgio in Balestrino, all'epoca parrocchiale di quel paese. Ad ogni modo, nel 1624, si fa menzione del fatto che l'antica chiesa dedicata a San Bernardo venisse usata sia per dirci messa che dalla Casaccia e Oratorio dei Disciplinanti per le proprie funzioni.

Ai 30 di febbraio 1657 tale Giacomo Coxe della Villa di Carpe, appartenente a quella che probabilmente è la più antica famiglia carpora (Cà di Cuxi unica località a prendere il nome da una famiglia nda.), risulta essere uno dei tre testimoni dell'Ordine della principessa Lomellino Doria dei Conti di Loano di dotare di due scudi d'oro annui il prevosto di San Giovanni Battista di Loano.

Nel 1672, nell'ambito di una guerra tra la Repubblica di Genova ed il Ducato di Savoia, la zona è stata teatro di diversi combattimenti, coi piemontesi che, senza riuscirci, hanno tentato di occupare Castelvecchio, posizione strategia nella Val Neva. A dispetto di un'economia più povera di quella del capoluogo balestrinollo si ricorda un'udienza, tenutasi al primo di aprile del 1692 al cospetto del marchese Ottaviano, nella quale una delegazione di carpori offrì il proprio sostegno alla parrocchia matrice (probabilmente periodo di carestia), più volte erogato anche attraverso la locale Opera Pia (approfondire). La sovranità sulla zona, almeno formalmente, è poi passata nel 1735 al Regno di Sardegna, con l'inclusione dei territori dell'antico marchesato dei Bava nella provincia di Oneglia. Zuccarello, per contro, era stata definitivamente acquistata dai genovesi, dopo vari anni di contenziosi.

Nel 1745, trovandosi Loano sotto al controllo delle truppe spagnole nel corso della guerra di successione austriaca (l'occupazione durerà sino alla metà del 1746, per un totale di venti mesi), fu posta a capo di una giurisdizione di 12 comuni, Carpe incluso, che dovettero concorrere al pagamenti di un tributo da 30.000 lire agli occupanti.

Etae cuntempuranea

modìfica

Etae du Napuliun

modìfica

Più o meno un secolo dopo, nel corso delle guerre rivoluzionarie francesi, il paese ha di nuovo patito gli effetti nefasti dei combattimenti, venendo saccheggiato sia dai francesi che dagli austriaci nel 1795, durante la campagna della prima coalizione. Difatti l'area si trovava in un punto di contatto tra le due armate, lungo la cosiddetta "Linea di Borghetto" che, dall'omonimo paese sulla costa al Colle San Bernardo di Garessio, marcava il fronte tra i due schieramenti. A ogni modo un corpo di spedizione austro-piemontese di 4.500 uomini (con 300 cavalli e 200 bestie da soma) si era già stabilito in Loano nel 1793, per i quali furono necessari 2.800 rubbi (se in unità genovesi circa 8 kg l'uno) di paglia, con tale bisogno che non poteva essere soddisfatto dalla sola cittadina rivierasca. Pertanto si domandò aiuto agli altri paesi sotto il dominio del re di Sardegna per i 2.300 rubbi mancanti, ossia Balestrino e Carpe (marchesato), Arnasco e Cenesi (castellania di Rivernaro), Nasino e Garlenda (per mezzo dei Costa/Del Carretto).

Tale situazione di stallo si è sbloccata al momento della decisiva offensiva francese, passata alla storia come battaglia di Loano, nel novembre di quell'anno. In particolare, partendo da Zuccarello, i francesi guidati dal generale Andrea Massena si sono diretti prima verso la Rocca Barbena, occupando poi la zona della Punta Alzabecchi e scacciandone da qui gli austriaci. Mentre proseguiva l'offensiva verso Bardineto, data la posizione strategica della Sella Alzabecchi lungo i collegamenti tra riviera e valli Neva e Bormida, i francesi hanno qui costruito un campo trincerato, in un piano sito nella regione ad oggi nota come "U Caranchìn" e coi suoi resti che, ormai coperti dalla vegetazione, erano visibili sino a pochi anni fa.

I territori del marchesato di Balestrino, a differenza dei paesi circostanti, alla creazione della Repubblica Ligure non erano ancora parte di questa, ma saranno bensì ad essa annessi solo nel 1801. In particolare Carpe, al 1802 comune di centoquarantadue abitanti, venne incluso nel Cantone di Loano, il settimo della cosiddetta Giurisdizione di Colombo.

A ogni modo dopo soli tre anni, a causa dell'annessione diretta al Primo Impero francese della Repubblica Ligure, il comune di Carpe venne soppresso, aggregato a quello di Balestrino e inserito nel Dipartimento di Montenotte, sotto al Cantone della Pietra. Secondo un resoconto statistico dell'epoca il comune aveva in totale un popolazione di 695 abitanti, dediti principalmente all'agricoltura a dispetto di un terreno poco fertile, riuscendo a produrre anche un discreta quantità di olio e di vino. Verso Loano e Pietra si esportava anche legname, sia da costruzione che per il riscaldamento domestico. In quelli anni la parrochia di Carpe aveva un reddito di 250 lire annue. Curiosamente si cita il fatto di come il clima non fosse particolarmente caldo a causa delle nevi presenti sul Carmo, che ivi restavano per ben sei mesi all'anno (! ma d'altra parte sino al secondo dopoguerra non di rado si superava il metro di neve, nel 195? la nevicata fu tale che per liberare la creuza per i Barletti si decise di scavare un tunnel nella neve, essendo troppa la mole da rimuovere e poco lo spazio disponibile).

Al crollo dell'Impero francese, ad eccezione della breve parentesi della Repubblica Genovese nel 1815, i territori dell'antica Repubblica di Genova saranno uniti a quelli del Regno di Sardegna per decisione del Congresso di Vienna, destino al quale Carpe, nel mentre eretto nuovamente a comune indipendente, non ha fatto eccezione. In particolare, con poche differenze rispetto agli anni precedenti, era parte della Provincia di Albenga nella Divisione di Genova, incluso come comune del settimo mandamento, con capoluogo Loano.

Dau regnu de Sardegna au Regnu d'Italia

modìfica

Da quel momento si è registrato un certo sviluppo del piccolo comune, che a metà del XIX secolo aveva superato i 200 abitanti, con un generale miglioramento della condizioni abitative, tra cui il progressivo passaggio da abitazioni in legno a quelle in muratura, e dei collegamenti con i paesi confinanti. Nel 1847 nel paese (coi tempi dell'epoca citato a due ore e mezza da Loano - mi sembra poco nda. - e ancora con la parrocchiale sotto a San Sebastiano (verificare)) viene citato come importante produttore locale di legname ma dalla terra povera, buona però per i pascoli contandosi 113 capi di bovini, 332 bestie da soma e 190 capre. In quel momento vengono elencate come sue componenti le villate di Coxi (Cà di Cuxi), Chiesa (Gexa), Barletti (Cà di Barletti), Rocche (Ca de Rocche) e Roggia (Cà da Ruggia), le principali ancora ad oggi. Nel 1859, senza sostanziali differenze all'atto pratico, la provincia di Albenga venne trasformata nell'omonimo circondario, mentre non vi furono modifiche a livello di mandamenti. Infine, con Regio Decreto dei 7 di luglio del 1869, venne decisa la soppressione del comune di Carpe, il quale era il più piccolo del proprio mandamento, con la contestuale annessione a quello di Balestrino.

Evento di particolare importanza per il borgo fu la realizzazione, in discussione sin dal 1870 e con progetto definitivo di cinque anni dopo, di quella che oggi è la strada provinciale 60, dal tracciato in parte differente da quello attuale ma che comunque ha totalmente ridefinito la viabilità della zona. Collegato a ciò è il fatto che, nel 1905 con Regio Decreto n. 159, vi sia stato il passaggio della frazione dal comune di Balestrino a quello di Toirano, ora molto più facilmente raggiungibile e lungo la principale via di comunicazione tra riviera e alta Val Bormida, ovviamente dopo quella rappresentata dalla statale del Colle del Melogno (la strada per il paese è completata nel '12)

Altra importante infrastruttura, seconda solo alla strada, è l'acquedotto del paese, realizzato in prima battuta nel 1942, con la derivazione di parte delle acque dei rii di Lavagin e du Nascio, prevalentemente per uso agricolo. Tale acquedotto, una semplice cunetta che, in leggera discesa, deviava parte delle acque del Rio Lavagin, portandole fino al pianoro in cima al colle a ponente dell'abitato e da dove venivano scaricate in delle vasche normalmente alimentate dal solo Rio du Nascio. Nelle fasi finali della Seconda Guerra Mondiale la zona è stata teatro di una forte attività partigiana: in modo particolare un piccolo gruppo, legato a quello più importante stanziato a Rionero (Reneiru), aveva la propria base nella casa di ?, un rustico inte Leae, regione a metà strada tra il paese e l'attuale Giro di Loano. Si ricorda in particolare di come, nel 1944, utilizzando una bomba inesplosa sganciata per errore nel vallone della Valle (probabilmente nel periodo dei bombardamenti di Toirano), sia stato fatto saltare il ponte del Salto del Lupo, di modo da rendere più difficili i collegamenti con l'entroterra. A questo periodo risalgono i racconti, legati alle già numerose leggende intorno ai Buranchi, profonde grotte dall'estensione verticale, di fucilazioni da parte dei tedeschi (che avevano un comando a Cisano ed uno a Toirano) con l'uso di queste cavità come fosse comuni. Nonostante ciò le due sole vittime carpore nel corso del conflitto sono da ricondursi alla guerriglia partigiana, a causa di loro traffici "sospetti" che avevano portato ad un timore di spionaggio tra gli irregolari, venendo freddate l'una in Reneiro (la storia) e l'altra ai Lavagin. Per di più, in regione Ruerea, saranno portati e trucidati Giuseppina Daldin, moglie del podestà di Castelvecchio, e (nome) detto u "Barabba", di Balestrino, i cui corpi, malamente interrati nelle fasce sottostanti alla mulattiera per i Lavagin, verranno rimossi solo alla fine della guerra, restando a lungo come duro monito dell'asprezza del conflitto.

Dau doppuguera aa giurnà d'ancöi

modìfica

A ogni modo, terminata la guerra senza particolari danni al borgo, a differenza del vicino Toirano, anche Carpe, che all'epoca era la comunità più povera ed isolata della zona, si è progressivamente affacciata sull'età moderna. Innanzitutto nel 1946-1947 venne ricostruito il ponte del Salto del Lupo, nella sua posizione attuale (non senza problemi tecnici, si ricorda infatti come, ad opera praticamente conclusa, l'ingegner Maineri non ne abbia dato la sua approvazione, ordinando che fosse demolito e ricostruito in loco); prima di quel momento l'attraversamento era stato temporaneamente sostituito da una piccola teleferica, particolarmente pericolosa in quanto si parla di almeno un incidente mortale.

La provinciale, supervisionata anche da una nuova casa cantoniera (costruita nel 195? nei pressi della Sella Alzabecchi) venne presto trasformata in una moderna carrozzabile, con l'asfalto che giungerà in paese negli anni '50, ma solo in direzione Toirano. Sarà necessario difatti un altro decennio affinché venisse completato il nuovo collegamento con Bardineto, operazione complicata dal suolo del Picco Alzabecchi, quasi esclusivamente roccioso e dalla particolare durezza.

Altri due momenti "rivoluzionari" nella storia del piccolo borgo sono l'arrivo delle condutture dell'acqua potabile e della corrente elettrica, rispettivamente nel 1952-1953 e nel 1961. Si ricorda a tal proposito un'accesa diatriba tra il panificio locale ed il parroco circa le diverse priorità verso l'una o l'altra opera, poi "vinta" dal primo con l'installazione, da parte della locale cava Marchisio (all'epoca però priva di grandi mezzi) ma con l'aiuto e il lavoro di tutti gli abitanti del paese, delle condutture dell'acqua.

Nel '94 il paese acquisisce, suo malgrado, una certa fama a livello italiano. Viene infatti aperto, al posto di un vecchio albergo/pensione in una posizione iper-panoramica, il Domina, presto diventato un monumento della musica underground (prima) e techno (dopo) con serate che hanno visto la partecipazione di grandi artisti del settore come Ricky Le Roy, Roberto Molinaro, Franchino, ecc, attirando giovani dall'intero Nord Italia. A ogni modo la percezione del locale è sempre stata molto controversa, difatti, complice la sua posizione isolata, si era creato un grave circolo di stupefacenti al suo interno, il che ha portato a varie sanzioni e chiusure amministrative (oltre che morti, nda) sino alla completa chiusura del locale.

Nel 2015 arriva infine in paese la banda larga, eliminando così l'ultima causa di isolamento tecnologico.

Nel 2017, in seguito alle forti piogge legate alla grave alluvione della Val Bormida di quell'anno, vi è stata una piena del Rio di Carpe. Questa ha causato una frana, di piccole dimensioni ma in un punto critico, che ha portato per diverse alla chiusura della provinciale, rendendo molto più complessi i collegamenti col borgo, raggiungibile solo dalla Val Bormida. La stessa piena ha causato anche dei danni all'impianto dell'acquedotto, pertanto ricostruito in un terreno di sotto alla provinciale all'ingresso del paese. Verso la fine di quell'anno è stata restaurata la piazzetta antistante la chiesa, ora dedicata a Don Bartolomeo Ferrari, per 43 anni parroco del paese e insegnante della locale scuola elementare, e la scuola stessa, trasformata in un edificio a servizio della comunità.

Sciti de interesse

modìfica

Architetüre religiuse

modìfica
  • Chiesa parrocchiale di San Bernardo: originariamente intitolata a Sebastiano Martire, è la parrocchiale del paese, sita idealmente al suo centro nella borgata Chiesa, alla quale da il nome. La chiesa di San Bernardo, eretta a parrocchia indipendente da quella di San Giorgio in Balestrino nel 1609, si presenta come una struttura a navata singola, affacciata sulla piazzetta del paese. Il campanile, restaurato un'ultima volta nel ?, è sormontato da una pregevole cupola a cipolla. All'interno, con la navata che è coperta da una semplice volta a botte, si trova un altare in stile barocco voluto dai marchesi del Carretto di Balestrino, dei quali presenta le insegne e la statua del santo, portata in processione ai 20 di agosto, giorno della festa patronale.
  • Oratorio di San Bernardo: oratorio del paese, si trova in posizione leggermente discostata da esso, in uno spiazzo lungo la SP60. All'interno della struttura, che ha assunto la sua forma attuale nel corso dell'Ottocento, aveva propria sede la confraternita di San Sebastiano Martire. Negli anni '50-'60, con la confraternita che si era già sciolta da tempo, è stato per breve tempo riadattato a cinema, mettendo un telo tra l'aula e il presbiterio. A ogni modo è caduto ben presto in disuso, venendo usato, fino ad oggi, al più come deposito.
  • Cimitero del paese: si trovava inizialmente a fianco del sopracitato oratorio (ancor prima - nel XVi sec. - era vicino alla parrocchiale) ma, con la realizzazione della nuova strada per Toirano, è stato trasferito un centinaio di metri più in basso, nella sua posizione attuale. Al suo interno si trova una piccola cappella, che inizialmente si trovava al suo fondo, ad oggi sita indicativamente al suo centro per un ingrandimento successivo.
  • Edicola votiva alla Madonna: situato in borgata Ruggia, questo monumento è stato realizzato nell'immediato dopoguerra, come ringraziamento degli abitanti alla Vergine per essere usciti illesi da un rastrellamento tedesco in paese nel 1945. Furono per tutto il paese momenti tesissimi, anche perché all'appello non si presentarono numerosi tra gli uomini in età lavorativa, fuggiti nei boschi circostanti il paese poco prima dell'arrivo dei teutonici per paura di essere deportati in Germania come manovalanza. Le truppe tedesche, prima di andarsene, requisirono comunque l'intero paese, portando via (tra le altre cose) tutti i calzini sui quali riuscirono a mettere le mani; fortunatamente non vennero invece perquisiti gli abitanti, con diversi combattenti e parteggiatori per la Resistenza che, per evitare che venissero scoperti durante le perquisizioni delle case, portavano al di sotto degli abiti le proprie munizioni ed esplosivi. aggiungere storia requisizione armi

Architetüre civili

modìfica
  • Casa cantoniera della SP 60
  • Monumento ai Caduti
  • Ex Domina Disco Club
  • Ponte del Sergente: è l'antico ponte sul quale passava la mulattiera per il paese. Struttura in un'unica arcata di pietra si trova, come il viadotto moderno, in località Salto del Lupo. Secondo una tradizione locale (turanina, chi i nu l'àn mai cuntà) il nome verrebbe da quello di un manovale genovese, soprannominato "sergente", giunto a Toirano con la moglie per lavorare alla realizzazione della strada per Carpe. Questi, innamoratesi di un ragazza del posto, di ritorno da un pranzo in Carpe si sarebbe dunque "liberato" della moglie, spingendola proprio giù dal ponte.
  • Ponte antico sul Rio di Carpe: secondo ponte lungo l'antica mulattiera, scituau inta regiun di Cunfusci, subito a valle del paese. Anch'esso, come il ponte del Sergente, è una semplice architettura dall'unica arcata in pietra.
  • Ponte Mainero: architettura notevolissima per l'intero comprensorio, citato nella guida del TCI come "bellissimo per il paesaggio e la mole", è stato realizzato nell'occasione dell'apertura della strada provinciale per superare la profonda gola del Salto del Lupo. Fatto saltare nel corso della secondo conflitto mondiale, verrà ricostruito subito dopo ma, per difetti tecnici, l'ingegner Maineri (aviatore nella prima, da cui il nome del viadotto) ne ha voluto la completa ricostruzione. Nel dopoguerra, complice l'altezza del ponte - a circa 100 metri sulla Varatella -, il luogo è divenuto tristemente noto per un altissimo numero di suicidi, oltre ad una serie di avvenimenti più oscuri e omicidi mai risolti, per i quali è stata posizionata una rete protettiva lungo l'intero viadotto.

Architetüre militäri

modìfica
  • Resti di accampamento napoleonico: situato in prossimità della Colla Alzabecchi, si trovava in un pianoro sottostante la strada provinciale. Ad oggi quasi irraggiungibile a causa della fitta vegetazione, in passato sono stati qui trovati alcuni cimeli dell'epoca come monete e fibbie, alimentando non poco le storie locali di un "tesoro" (generalmente indicato come una pentola contenente franchi d'oro) sepolto nelle vicinanze. In particolare si racconta che fosse stato sepolto nel terreno all'interno di tronco vuoto di un grande castagno secco ma, nonostante le assidue ricerche (corollate da storie di francesi venuti a cercarlo dopo la fine della guerra), non si è mai rinvenuto alcunché.
  • Sito d'Interesse Comunitario Monte Carmo - Settepani: tra i territori comunali di Boissano, Bardineto, Bormida, Calizzano, Castelvecchio di Rocca Barbena, Giustenice, Loano, Magliolo, Osiglia, Pietra Ligure, Rialto e Toirano si trova un sito di interesse comunitario, il quale sussiste anche il territorio della frazione. È stato creato per tutelare paesaggi di grande interesse faunistico e geologico, con la presenza di diverse specie endemiche, come la campanula di Savona e la genziana ligure, oltre che alcune protette. Nei ruscelli della zona si posso trovare il gambero di fiume e la sanguinerola, entrambe specie protette, mentre tra gli uccelli si ricordano il picchio nero, il martin pescatore e il fagiano di monte. Ci sono stati avvistamenti anche del gatto selvatico europeo e, più di recente, del lupo.

Abitanti

modìfica

Il borgo di Carpe, sebbene abbia una struttura piuttosto compatta, è formato da sei piccoli gruppi di edifici, comunemente indicati come borgate, nei quali il paese è da sempre suddiviso. Questi, similmente ad altri comuni sparsi della zona, in particolare Boissano, prendono frequentemente il nome dalla famiglia che ne ha eretto i primi edifici, oppure la più importante che li abitava; difatti il loro nomi sono:

  • Cà da Ruggia: è la località formata dalle prime case che si incontrano lungo la provinciale, procedendo in direzione Bardineto. Qui si trovano l'oratorio del paese, l'alimentari, la meridiana, un'edicola votiva dedicata alla Madonna e i lavatoi "bassi".
  • Cà Scüre: seconda località lungo la provinciale, situata sul lato a valle della stessa. Prende il nome dall'agglomerato di casupole che la formava, frequentemente prive di finestre, per la maggior parte ad oggi demolite, crollate o ristrutturate.
  • Cà di Cuxi: è l'ultima località del paese situata lungo la provinciale, probabilmente il suo nucleo originale e più antico. È composta di un piccolo e compatto gruppo di abitazioni, solo in parte agibile.
  • E cantine: abbandonata la provinciale ed entrati in Via Chiesa, è la prima località che si incontra, a valle della strada stessa. Qui sorge l'altro esercizio commerciale del paese, ossia una macelleria.
  • Cà di Barletti: si trova sul piccolo rialto che separa la provinciale da Via Chiesa, ad oggi prevalentemente disabitato (i barletti sono le castagne cotte, se con la pelle).
  • Gexa: località lungo l'omonima via dove, ovviamente, si trova la parrocchiale di San Bernardo, è situata grosso modo al centro dell'abitato. Sulla piazzetta antistante alla chiesa si affaccia anche la cosiddetta "Cà da Signura", vecchio palazzo comunale (?), e il monumento ai Caduti di Carpe in tutte le guerre.
  • Cà di Garui: località che sorge alla fine di Via Chiesa, è stata per la maggior parte recuperata e adibita ad uso abitativo.
  • Cà de Rocche: località che sorge a monte dell'abitato, lungo l'omonima strada che, proseguendo, giunge sino alla località Giro di Loano, in comune di Castelvecchio. Qui si trova una delle due vecchie scuole del paese (quella femminile, credo), recentemente ristrutturata ed in parte adibita a sala polivalente.

Ultima località abitata, sita in una posizione isolata a circa 3 chilometri a ponente del paese e amministrativamente già sotto a Castelvecchio, è la cosiddetta Cà di Lavagin, che prende il nome dall'omonimo Rio.

Evulusiun demugrafica

modìfica
Serie dati storici
Anno 1624 1802 1824 1836 1838 qua c. 1848 qua c. 1850 1852 1853-1857 (ma anche '58[6]) 1858 qua c. 1860 1861 qua c. 2011 (?) 1847-1848
Pop. 298[7][8] 142 144 170 200 223[9] 220 220 223

da 1848

209[10] 209[6] 205[11] 98 200 ?
Nota

Cultüra

modìfica

Dialettu

modìfica

La parlata locale si è evoluta, specialmente per gli eventi del secolo scorso, sul modello del dialetto toiranese, anche se conserva tratti differenti risalenti e periodi più antichi. Si tratta di una varietà ormai prossima all'estinzione: difatti, nonostante una popolazione relativamente stabile, il borgo è ormai abitato prevalentemente da persone provenienti dai paesi circostanti, con le proprie parlate differenti da quella originale del paese.

L'area dialettale toiranese è assimilabile ad una zona di transizione tra quelle confinanti: si ha difatti il borghettino, strettamente legato e derivante dall'albenganese, il dialetto loanese, localmente percepito come il più "genovese" della zona (il che si riflette sulla sua classificazione, di transizione tra il ligure centrale e le parlate centro-occidentali) ed il balestrinollo, varietà eccentrica nel panorama locale (e che necessita di approfonditi studi, nda). Si ricordano inoltre, con riferimento particolare a Carpe, i contatti con le varietà albenganesi della Val Neva, specialmente quella di Castelvecchio, e, grazie ad un immigrazione abbastanza sostenuta a cavallo tra i secoli XVIII e XIX, una certa influenza anche dal garessino, con particolare riferimento alla ormai estinta parlata di Ortico e località circostanti. Improbabili invece, per le meno nel corso del secolo passato, le influenze dal bardenollo, primariamente a causa dei forti contrasti tra le due comunità che han portato alla presenza in Carpe di una sola persona originaria di quel paese. Non sono tuttavia da escludersi dei contatti con le parlate della Val Bormida, più antichi o attraverso altre varianti, che potrebbero aver concorso insieme al garessino all'importazione di quei tratti più "piemontesizzanti".

Manera de scrive u carporu

modìfica

Grafia in fase di ottimizzazione

Carateristiche

modìfica

Il carporo è una parlata caratterizzata da una cocina molto "leggera" che, a dispetto delle sue differenze con le parlate circostanti, gli permette di essere compreso facilmente anche dagli abitanti della riviera. Per contro, a dispetto della grande vicinanza geografica, risulta particolarmente ostica, se non ampiamente incomprensibile se parlata in modo particolarmente stretto, la comprensione del balestrinollo.

Caratteristica principale del carporo è soprattutto una forte conservazione della -r-, specialmente se intervocalica, nemmeno declinata in [ɹ] come in varie parlate rivierasche ma bensì rimasta [r] similmente al finarino e alla parlata di Pieve. Più che in delle influenze dalle parlate circostanti, tra le quali è caratteristica conservata solo nel balestrinollo e, in tempi più risalenti, anche nel tuiranino, è probabile che si tratti di un forte arcaismo conservatosi nella parlata; risulta difatti difficilmente estendibile la spiegazione di tale fenomeno fatta per il Finale e la Pieve. Difatti, non trattandosi ovviamente di un grande centro amministrativo e non essendo stato a lungo influenzato da una dominazione genovese, a Carpe è difficilmente estendibile la teoria dell'ipercorrettismo di fronte alla caduta sette-ottocentesca della ȓ genovese, percepita mediante gli amministratori locali di nomina centrale altrove presenti.

Seconda importante peculiarità è la conservazione del tratto particolarmente arcaico della "z", seppur sporadica e (prbly) limitata alla sola posizione d'apertura delle parole (es zenne, zeneivru -> nda: esiste la variante più moderna xeneivru). A ogni modo, nella grafia italiana, corrisponde al solo fonema dell'affricata dentale sonora (quale in rozzo) mentre risulta scomparsa la cosiddetta z sorda (quella di pozzo). Si può supporre che nelle parlate montane della zona fosse in passato caratteristica comune, poi scomparsa col contatto con la Riviera; ad esempio a Rialto e Vene era ancora presente all'inizio dello scorso secolo ma ho bisogno di riscontri da luoghi intermedi e circostanti, alla fine potrebbe anche essere un carattere piemontese (ma non della Val Bormida e forse neanche monferrino).

A causa delle ristrettezze economiche nelle quali versava il paese almeno sino alla metà del secolo scorso, mancavano del tutto veri e propri strumenti musicali; con gli abitanti del borgo che, per rallegrare un poco l'atmosfera durante le varie festività religiose, si sono ingegnati con materiali poveri per produrre i propri "strumenti". In particolare si ricordano la batturessa e la sgrisura:

  • Batturessa: questo "strumento" era ottenuto partendo da una semplice tavola di legno (lunga all'incirca 30/40 cm) dove, ad una delle sue estremità, veniva attaccato un ferro ricurvo con le punte rivolte l'interno. La tavola veniva tenuta in mano per l'estremità opposta e, con movimenti del polso, si faceva battere il ferro alternativamente sulle due facce della tavola, essendo difatti vincolato solo da un perno al centro. Il suono che produceva era simile a delle percussioni e in tal senso veniva utilizzato, specialmente in occasione delle festività del Giovedì/Venerdì Santo, per sopperire al "blocco" delle campane. da fare
  • Sgrisura: prende il nome dal suono che produce (se dixe che a "sgrisurava") (ricordata con una punta d'orgoglio come un prodigio dell'ingegneria locale, nda). La sgrisura era formata anch'essa da una tavola di legno e, in una cavità in essa ricavata (centralmente?), si montava una specie di ruota dentata autoprodotta. Alla ruota veniva poi collegata una manovella, che permetteva di farla ruotare e, sbattendo sul legno produceva il cosiddetto sgrisuro. Questo "strumento" veniva suonato soprattutto nell'occasione del festa del Corpus Domini, con le modalità trattate approfonditamente più in basso. da fare
  • Carlevà
  • San Benärdu

Ecunumia

modìfica

Vie de cumünicasiun

modìfica

La principale via di comunicazione che attraversa il paese è la Strada Provinciale 60, la quale collega Borghetto, sulla costa, con Bardineto, scollinando in Val Bormida attraverso il Giogo di Toirano. Inoltre vi sono ancora, sebbene non asfaltate, le diverse strade che un tempo erano il solo collegamento con i paesi vicini. Tra di queste la più importante è sicuramente la strada "della Valle", la quale prende il nome dal vallone che attraversa e che, pur non passando direttamente nel paese, restava pur sempre la via più importante della zona. Questa era difatti una delle numerose "vie del sale" che dalla costa si dirigevano verso la Pianura Padana; inizialmente realizzata seguendo un tragitto che montava sino all'abbazia di San Pietro in Varatella, è stata in seguito resa più agevole passando per il fondovalle. Oltre a questa strada, l'altro importante asse viario che attraversava il paese era la mulattiera che, dirigendosi verso ponente, in località Lavagin, si divide nell'antica strada per Balestrino ed in quella per Garessio (ad oggi asfaltata fino allo Scravaion, poi principalmente sterrata fino al colle San Bernardo); per contro verso levante si collegava con Bardineto, con un tragitto parzialmente simile a quello della provinciale.

La realizzazione di una strada che seguisse il percorso dell'attuale provinciale è difatti ben successiva, con il primo progetto che sarà approvato con decreto ai 10 di gennaio del 1875, dopo un'accesa discussione circa il fatto di realizzare il nuovo collegamento via Balestrino o Toirano. Deciso infine per la seconda ipotesi, motivo anche alla base del trasferimento della frazione dal primo al secondo comune nel 1905, si avvieranno dunque i lavori, anche se l'opera potrà dirsi conclusa solo una decina di anni dopo, dato l'arrivo della strada in paese nel 1912 (con un percorso leggermente differente dall'attuale, in particolare nella zona del Salto del Lupo, dove la strada passava ad una quota inferiore). A ogni modo l'asfalto, e con esso una moderna strada carrozzabile, arriverà in Carpe solo nel secondo dopoguerra, in particolare nel ?.

Per quanto riguarda strade ferrate ed autostrade, i collegamenti più vicini si trovano a Borghetto, rispettivamente nell'omonimo casello dell'Autostrada A10 e nell'omonima stazione sulla linea Genova-Ventimiglia, entrambi situati una decina di chilometri a valle dell'abitato.

Aministrasiun

modìfica
Notte au testu
  1. Antica e dall'uso raro, in genere sfottò se detto da un Tuiranìn
  2. A velarisasiun da "a" a gh'à in pò de variabilitae, cu'a furma ['korpe] ch'a l'è aduerà ascì
  3. Pe meju dì, a sula ch'a secce ricunusciüa intu statütu du cumün[3]. Infatti, au reundu du centru tuiranin, gh'è ascì e burgae de Baresciun, de Bengiae, da Certussa, da Cruxà, de Däri e di Murin. Pe de ciü, u burgu veju u l'è ancua divisu tra u Turaccu e a Braia, de sà e de là du Rian du Punte.
Notte bibilugrafiche
  1. (LIJIT) Giovanni Casaccia, Dizionario Genovese-Italiano, 2ª ed., Zêna, Gaetano Schenone, 1876, p. 860.
  2. (IT) La Frazione di Carpe, in sce italia.indettaglio.it. URL consultòu o 30 dexénbre 2021.
  3. (IT) Cumün de Tuiran, Statütu (PDF), 20 arvî 2009, p. 2.
  4. (IT) Regiu Decretu 7 luju 1869, n. 5190.
  5. (IT) Regiu Decretu 23 marsu 1905, n. 159.
  6. 6,0 6,1 conferma quanto prima, prbly dati aggiornati solo l'anno successivo al censimento
  7. 188 le anime di comunione
  8. Ripartiti in 67 fogaggi o fuochi
  9. In 47 case
  10. Uomini: 89 Donne: 120
  11. Uomini: 90 Donne: 115

Ätri prugetti

modìfica